RESIDUI MANICOMIALI
Per il superamento definitivo dei manicomi il Telefono Viola ha sostenuto e pubblicizzato, in passato, i blitz che hanno scoperchiato la schifosa pentola dove ancora venivano violati i diritti umani e civili di più di 23.000 internati. Solo dopo che l'opinione pubblica è stata scossa dalle agghiaccianti denunce televisive dei suddetti blitz, Camera e Senato approvarono la definitiva chiusura dei manicomi entro la fine del '96.
Dai blitz nacque anche una rinnovata coscienza da parte di molte associazioni a vigilare in modo che la chiusura obbligatoria fosse accompagnata da soluzioni abitative che rispettassero le relazioni, a volte cinquantenarie, dei lungodegenti, e non li obblighi a nuove deportazioni.
Oggi, i residui manicomiali, sono costituti da molti SPDC ( Servizio psichiatrico di diagnosi e cura), reparti psichiatrici ospedalieri dove si perpetrano gli abusi psichiatrici più frequenti, dove si attiva il TSO ( trattamento sanitario obbligatorio) o il TSV ( trattamento sanitario volontario), che non è altro, spesso, che il camuffamento del primo. Da questi reparti i degenti vengono poi rinchiusi, spesso a vita, in quel “manicomio chimico” costituito dall’uso degli psicofarmaci:“Oggi il manicomio non è più costituito da fasce, muri, sbarre, ma è diventato astratto, invisibile. Si è trasferito direttamente nella testa, nelle vie neurotrasmettitoriali che regolano i pensieri. Il vero manicomio, oggi, sono gli psicofarmaci”( Piero CiprianoIl manicomio chimico-Elèuthera-2015). Il Telefono Viola continua ad opporsi a tutto ciò, nel tentativo di restituire ad ogni individuo il diritto alla personale e immediata difesa, dentro e fuori i reparti psichiatrici, contro l’abuso “dell’arresto” psichiatrico e dell’ergastolo farmacologico.