GIORGIO ANTONUCCI

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Cominciai a capire che la medicina non funzionava quando entrai negli ospedali e mi accorsi che le relazioni con i vivi sono condotte con la stessa indifferenza che si ha verso i morti. E scoprii che la nostra medicina è un intervento sull’oggetto da accomodare. [...]

 Appare bizzarro, ed è terribile e disumano che, nel momento in cui una persona sta soffrendo, non ci sia il minimo interesse umano per quanto prova. È un modo che facilita la morte, un modo accettato passivamente da tutti, come se fosse naturale. L’ospedale così com’è oggi non risponde assolutamente alle necessità dei cittadini; è un luogo dove si va per essere riparati come degli oggetti, o dove si va a morire senza che nessuno prenda in considerazione il fatto che non siamo degli oggetti, bensì persone.(Giorgio Antonucci)

continua

Andrea Soldi e la macchina infernale del TSO

COMUNICATO STAMPA

Il Telefono Viola si unisce al dolore della famiglia Soldi per la tragica morte di Andrea, strappato violentemente ai suoi affetti e alla vita.

L’associazione, che dal 1991 interviene in difesa dei diritti delle vittime degli abusi e delle violenze psichiatriche, non può che rimarcare ancora una volta come  il trattamento sanitario obbligatorio ( TSO), rimanga un atto violento assoluto con il quale si rinchiudono nei reparti psichiatrici degli ospedali, tutti e tutte coloro che vengono reputati socialmente pericolosi o rifiutano di assumere i previsti medicinali.

Durante il TSO l’ individuo esce dallo stato di diritto per entrare in una zona di sospensione dei diritti, dove tutto può accadere, come dimostrano gli innumerevoli casi di cui siamo ancora testimoni attraverso il centro ascolto del Telefono Viola.

Per questi motivi il Telefono Viola  si presenterà come parte civile nel costituendo processo per la tragica morte di Andrea Soldi, affidando l’ incarico all’avvocato Gioacchino Di Palma, in modo da intraprendere i passi necessari per esercitare l'azione civile nel processo penale, così come già fatto nel processo Mastrogiovanni,“il maestro più alto del mondo”,come lo chiamavano i suoi giovani alunni, tragicamente morto dopo circa 82 ore di vere e proprie “torture” nel reparto psichiatrico di Vallo allo della Lucania, nel 2009.

Riteniamo importante la presenza delle associazioni che si muovono per la tutela dei diritti di coloro che manifestano forme di disagio “psichiatrizzato”,  nel prossimo processo, per chiarire quanto è accaduto ad Andrea e rendergli giustizia, ma anche  per rendere giustizia a tutti coloro che hanno subito e subiscono quotidianamente gli abusi e le violenze derivanti dalle pratiche del TSO e che non hanno avuto la forza o il sostegno necessari per arrivare ad un processo.

Roma, 10 agosto 2015

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