GIORGIO ANTONUCCI

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Cominciai a capire che la medicina non funzionava quando entrai negli ospedali e mi accorsi che le relazioni con i vivi sono condotte con la stessa indifferenza che si ha verso i morti. E scoprii che la nostra medicina è un intervento sull’oggetto da accomodare. [...]

 Appare bizzarro, ed è terribile e disumano che, nel momento in cui una persona sta soffrendo, non ci sia il minimo interesse umano per quanto prova. È un modo che facilita la morte, un modo accettato passivamente da tutti, come se fosse naturale. L’ospedale così com’è oggi non risponde assolutamente alle necessità dei cittadini; è un luogo dove si va per essere riparati come degli oggetti, o dove si va a morire senza che nessuno prenda in considerazione il fatto che non siamo degli oggetti, bensì persone.(Giorgio Antonucci)

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10 film non patetici su malattia e disagio mentale

MALATTIA-MENTALE

dal sito Pigrecoemme

1 – Gli esclusi di John Cassavetes

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Un film su bambini disadattati realizzato da un regista disadatto alla fabbrica dei sogni ed alla sua catena di montaggio. Quello che ne viene fuori è il prodotto di un braccio di ferro continuo tra standard industriale (dello spettacolo) ed ansia di libertà che ne esce sfinita, al punto che Cassavetes, subito dopo, tornò all’indipendenza con Faces.

2 – Harvey di Henry Koster

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James Stewart vive nel suo paese del meraviglie in compagnia di Harvey, un coniglio alto quanto lui. E’ l’unico a vederlo, ma perché gli altri hanno perso la capacità di sognare. Una delle commedie americane più velatamente politiche di Hollywood, come lo sono quasi sempre quelle interpretate da James Stewart, sebbene camuffate da altro

 

3 – I due mondi di Charly di Ralph Nelson

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Dal racconto sci-fi Fiori per Algernon di Daniel Keyes, un film che si ricorda soprattutto per l’Oscar al protagonista Cliff Robertson. Il patetismo viene tenuto a bada.

Musiche di Ravi Shankar.

4 – Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman

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Più che un film, un manifesto. La follia come ribellione ad un regime. Lo avrete visto tutti e sapete che il regime avrà la meglio, ma negli anni ’70 Hollywood aveva sapientemente rinunciato all’happy end.

5 – Bunny Lake è scomparsa di Otto Preminger

Un giallo in cui il disadattamento della protagonista è lo spunto dal quale si dipana un intreccio sì thriller, ma capace anche di affrontare argomenti scabrosi per l’epoca.

6 – Si può fare di Giulio Manfredonia

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Questo di Giulio Manfredonia è forse il miglior lavoro italiano sulla malattia mentale e sui tentativi di un approccio medico non convenzionale approntato per la cura, immediatamente dopo la promulgazione della Legge Basaglia. Azzerderei anche che si tratta della miglior prova da attore di Claudio Bisio.

7 – Forrest Gump di Robert Zemeckis

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Nessuno è stupido, al massimo qualcuno fa lo stupido. A Napoli si dice “fare lo scemo per non andare alla guerra”, ma Forrest ci va e ci passa attraverso indenne come passa indenne attraverso decenni di storia americana che invece lasciano segni profondi, anche fisici, in tutti gli altri. Il disadattamento come rimedio alle aporie della società moderna.

8 – Lars e una ragazza tutta sua di Craig Gillespie

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Una forma di disadattamento molto diffusa, indipendentemente dal fatto che venga o meno diagnosticata, è quella affettiva. Troviamo sempre più difficile relazionarci con l’altro da noi e, per questo, le coppie scoppiano oppure faticano a restare unite. Lars ha trovato l’amore perfetto. E, volenti o nolenti, amici e parenti dovranno prenderne atto.

9 – Benny & Joon di Jeremiah S. Chechik

 

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Mary Stuart Masterson in preda al panico in strada con una maschera da sub è immagine difficile da dimenticare.

Mai più il regista ha ritrovato l’equilibrio di questo piccolo film, senza cattivi, ma solo con individui alle prese con la fatica dell’essere e dell’essere accanto a persone fragili.

Johnny Depp, tra Charlot e Buster Keaton, aveva ancora il gusto della creazione del personaggio, senza atrofizzarsi nella macchietta.

10 – Rain Man di Barry Levinson

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Prima di Raymond Babbitt e della sua incredibile capacità di contare, in un attimo, gli stuzzicadenti caduti sul pavimento di un drugstore, chi aveva mai sentito parlare di autismo? Chi. Chi è il giocatore in prima base? Chi.

La morale è semplice, ma ancora non abusata all’epoca: il disadattamento può salvarti dalla frenesia della società moderna.

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