GIORGIO ANTONUCCI

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Cominciai a capire che la medicina non funzionava quando entrai negli ospedali e mi accorsi che le relazioni con i vivi sono condotte con la stessa indifferenza che si ha verso i morti. E scoprii che la nostra medicina è un intervento sull’oggetto da accomodare. [...]

 Appare bizzarro, ed è terribile e disumano che, nel momento in cui una persona sta soffrendo, non ci sia il minimo interesse umano per quanto prova. È un modo che facilita la morte, un modo accettato passivamente da tutti, come se fosse naturale. L’ospedale così com’è oggi non risponde assolutamente alle necessità dei cittadini; è un luogo dove si va per essere riparati come degli oggetti, o dove si va a morire senza che nessuno prenda in considerazione il fatto che non siamo degli oggetti, bensì persone.(Giorgio Antonucci)

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Sentire le voci.Guida all'ascolto

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Sentire le voci non è una malattia ma un modo e una possibilità della percezione umana. Questa esperienza percettiva, come ogni altra che riguarda i nostri sensi e la nostra sensibilità, non va curata, né trasformata a priori, ma compresa e gestita.

Occorre dialogare con le voci: non serve fare finta di niente o cercare di distrarsi. La gestione di questo dialogo nasce dal riconoscerlo come tale e dal confrontarsi apertamente e chiaramente con le voci circa la loro identità e le possibili influenze reciproche. Le voci esistono, ma ciò non significa che abbiano sempre ragione. Le voci hanno a che fare con noi, ma ciò non significa che esse siano nostre fantasie o che vogliano necessariamente il nostro bene. Non siamo i soli a sentirle: sentire voci è un'esperienza reale e universale. Occorre conoscere e mettersi in contatto con gli altri uditori: solo chi sperimenta o ha sperimentato questa esperienza può aiutarci. Il percorso che ho tentato di indicare in queste pagine è, come dicono i buddisti, solo un dito che indica la luna. Ci sono tanti altri diti puntati, sentieri personali e esperienze che vengono taciute o sono distrutte in questo inutile e inumano tentativo di zittire le voci che ci parlano.

Come è avvenuto per altre esperienze, occorre che gli uditori escano dal ghetto emotivo e sociale in cui li abbiamo rinchiusi, per tornare ad invadere la nostra vita e ordine quotidiani. Solo un movimento collettivo, costruito sulle storie di rapporto reali con le voci, può rimettere in moto il senso della nostra ricerca del senso del nostro esseri umani. Un'esperienza condivisa e riconosciuta collettivamente come tale, sfugge al controllo asfittico della psichiatria, e ritorna ad essere possibilità umana. Una possibilità che ci è ancora indispensabile per arrivare dove non siamo capaci di arrivare e comprendere la realtà nella sua verità. Questa guida è un invito a rompere il silenzio, ad organizzarsi e a battere un sentiero comune a chi sente e a chi non sente le voci.

Del resto la sapienza buddista ci ricorda che sia che uno guardi, sia che tenga gli occhi chiusi, le cose sono rimangono ciò che sono. Non stiamo su due mondi diversi, quindi, guardiamo e sentiamo il mondo da due angolazioni differenti. L'invisibile aria è essenziale alla nostra vita quanto il cibo visibile che ingoiamo; così come l'inudibile passaggio del sangue attraverso le nostre vene fa parte della realtà come il rumore dell'acqua di un torrente. L'esperienza di dialogo con le voci è un cammino attraverso la realtà, che noi tutti dobbiamo rendere possibile. Ho cercato di mostrare come chi non sente le voci, può aiutare chi li sente e può lasciarsi aiutare da lui a comprendere.

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