GIORGIO ANTONUCCI

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Cominciai a capire che la medicina non funzionava quando entrai negli ospedali e mi accorsi che le relazioni con i vivi sono condotte con la stessa indifferenza che si ha verso i morti. E scoprii che la nostra medicina è un intervento sull’oggetto da accomodare. [...]

 Appare bizzarro, ed è terribile e disumano che, nel momento in cui una persona sta soffrendo, non ci sia il minimo interesse umano per quanto prova. È un modo che facilita la morte, un modo accettato passivamente da tutti, come se fosse naturale. L’ospedale così com’è oggi non risponde assolutamente alle necessità dei cittadini; è un luogo dove si va per essere riparati come degli oggetti, o dove si va a morire senza che nessuno prenda in considerazione il fatto che non siamo degli oggetti, bensì persone.(Giorgio Antonucci)

continua

16 MAGGIO 2016: NUOVO RINVIO DEL PROCESSO MASTROGIOVANNI

87 ore

Ancora un rinvio per il processo di Francesco Mastrogiovanni, il maestro morto nell’agosto del 2009, dopo essere stato legato per quasi quattro giorni nel letto di contenzione del reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania, sotto gli sguardi impotenti dei sui vicini di letto e l’indifferenza di medici ed infermieri che non solo l’hanno lasciato morire tra atroci sofferenze,  ma si sono accorti del suo decesso solo dopo cinque ore dalla sua morte.

Il 10 maggio scorso doveva terminare il processo d’Appello con le ultime arringhe degli avvocati difensori degli imputati, ma per un impedimento improvviso della Corte il processo è stato nuovamente rinviato al prossimo 1° luglio.

Gli imputati (6 medici e 12 infermieri), cui si contesta il sequestro di persona, la morte di Francesco Mastrogiovanni come conseguenza della commissione di altro delitto, ed il falso ideologico per non aver trascritto nella cartella clinica la contenzione cui era sottoposto, vedono così allungare nuovamente i tempi della decisione, rispetto al calendario iniziale del processo, che prevedeva la pronuncia della decisione nel mese di settembre 2015.

Sono insistenti, peraltro, le voci secondo le quali si potrebbe facilmente arrivare alla prescrizione dei reati che hanno condotto alle condanna di sei medici del reparto ( fra i 3 e i 4 anni a testa). 

Il Telefono Viola, presente come parte civile al processo con l’avvocato Gioacchino Di Palma, esprime perplessità di fronte a questo ennesimo rinvio, che allunga ulteriormente i tempi di una sentenza, che oltre a negare certezza rispetto ai reati commessi in danno di Francesco Mastrogiovanni, partecipa del fatto che nel frattempo nei reparti psichiatrici degli Ospedali Italiani, così come nelle case di cura  o di riposo, si continuano a “legare” quotidianamente i pazienti a loro letto, contro ogni logica medica di cura e nel mancato rispetto delle linee guida sulla contenzione, redatte da quegli stessi Ospedali che poi non le applicano. E così le persone affidate alle cure dello Stato continuano a morire nell’indifferenza del legislatore, che non interviene in nessun modo per introdurre correttivi alla legge Basaglia in tema di tutela dei diritti dei malati psichiatrici.

Il Telefono Viola, che da ormai circa 25 anni, è impegnato su questo fronte, vuole stigmatizzare, con questo comunicato, l’atteggiamento di uno Stato che lascia alle sole strutture psichiatriche la gestione dei pazienti psichiatrici, senza che vi sia un controllo effettivo su quello che avviene all’interno dei reparti e sottolinea l’urgenza di un intervento legislativo che preveda un controllo su ogni Trattamento Sanitario Obbligatorio

 

Anna Grazia Stammati
Presidente TelefonoViola

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