GIORGIO ANTONUCCI

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Cominciai a capire che la medicina non funzionava quando entrai negli ospedali e mi accorsi che le relazioni con i vivi sono condotte con la stessa indifferenza che si ha verso i morti. E scoprii che la nostra medicina è un intervento sull’oggetto da accomodare. [...]

 Appare bizzarro, ed è terribile e disumano che, nel momento in cui una persona sta soffrendo, non ci sia il minimo interesse umano per quanto prova. È un modo che facilita la morte, un modo accettato passivamente da tutti, come se fosse naturale. L’ospedale così com’è oggi non risponde assolutamente alle necessità dei cittadini; è un luogo dove si va per essere riparati come degli oggetti, o dove si va a morire senza che nessuno prenda in considerazione il fatto che non siamo degli oggetti, bensì persone.(Giorgio Antonucci)

continua

ELETTROSHOCK

eletr

Le convulsioni indotte elettricamente sono un trattamento mutuato da una concezione violenta della psichiatria e senza alcuna riprova scientifica, nonostante siano passati più di cinquant'anni dalla sue prime applicazioni (dal tramortimento dei maiali del mattatoio di Roma all'aggressione ai circuiti neuronali e mnestici del cervello umano nelle più asettiche cliniche private, che godono di sovvenzioni pubbliche e promettono una mitica "guarigione" a colpi di scosse elettriche).

Tali pratiche portarono il direttore sanitario e l'anestesista della clinica Samadi di Roma ad essere condannati in primo grado per il decesso del giovane ventenne Carlo Rellini, avvenuto il 27 gennaio 1989 in seguito a elettroshock. Altri decessi sono stati denunciati al Telefono Viola, spesso in modo anonimo e incompleto in quanto i denuncianti, genitori o coniugi, si ritengono spesso corresponsabili perché hanno dato il consenso agli psichiatri in base a generiche assicurazioni sulla mancanza di controindicazioni.

Per queste ragioni è importante che si impongano le procedure vincolanti previste dalle circolari ministeriali per l'acquisizione del consenso informato del paziente. Questi e i suoi familiari dovrebbero poter accedere anche a informazioni delle associazioni di volontariato che lavorano nel settore.

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