ELETTROSHOCK
Le convulsioni indotte elettricamente sono un trattamento mutuato da una concezione violenta della psichiatria e senza alcuna riprova scientifica, nonostante siano passati più di cinquant'anni dalla sue prime applicazioni (dal tramortimento dei maiali del mattatoio di Roma all'aggressione ai circuiti neuronali e mnestici del cervello umano nelle più asettiche cliniche private, che godono di sovvenzioni pubbliche e promettono una mitica "guarigione" a colpi di scosse elettriche).
Tali pratiche portarono il direttore sanitario e l'anestesista della clinica Samadi di Roma ad essere condannati in primo grado per il decesso del giovane ventenne Carlo Rellini, avvenuto il 27 gennaio 1989 in seguito a elettroshock. Altri decessi sono stati denunciati al Telefono Viola, spesso in modo anonimo e incompleto in quanto i denuncianti, genitori o coniugi, si ritengono spesso corresponsabili perché hanno dato il consenso agli psichiatri in base a generiche assicurazioni sulla mancanza di controindicazioni.
Per queste ragioni è importante che si impongano le procedure vincolanti previste dalle circolari ministeriali per l'acquisizione del consenso informato del paziente. Questi e i suoi familiari dovrebbero poter accedere anche a informazioni delle associazioni di volontariato che lavorano nel settore.