GIORGIO ANTONUCCI

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Cominciai a capire che la medicina non funzionava quando entrai negli ospedali e mi accorsi che le relazioni con i vivi sono condotte con la stessa indifferenza che si ha verso i morti. E scoprii che la nostra medicina è un intervento sull’oggetto da accomodare. [...]

 Appare bizzarro, ed è terribile e disumano che, nel momento in cui una persona sta soffrendo, non ci sia il minimo interesse umano per quanto prova. È un modo che facilita la morte, un modo accettato passivamente da tutti, come se fosse naturale. L’ospedale così com’è oggi non risponde assolutamente alle necessità dei cittadini; è un luogo dove si va per essere riparati come degli oggetti, o dove si va a morire senza che nessuno prenda in considerazione il fatto che non siamo degli oggetti, bensì persone.(Giorgio Antonucci)

continua

IL TELEFONOVIOLA: Contro i metodi della Psichiatria

 

il-telefono-viola-contro-metodi-psichiatria

di Giorgio Antonucci  ed Alessio Coppola

1989 edizioni Elèuthera

Davide subisce l'amputazione della gamba a causa di un ricovero coatto. Valerio e Teresa vengono per decine di anni legati e segregati per semplice ignoranza ed emarginazione sociale. Claudio pensa di essere perseguitato dalla CIA e per questa convinzione viene perseguitato di fatto dalla psichiatria. Altri, come Carlo Rellini, muoiono ancora oggi a causa dell'elettroshock. Le storie riportate in questo libro, fra le tante vissute al telefono viola nei suoi primi quattro anni di attività, sono state scelte non in base a criteri di curiosità giornalistica, ma in quanto rappresentative di problemi che fanno parte dell'esperienza quotidiana di migliaia di persone.

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