GIORGIO ANTONUCCI

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Cominciai a capire che la medicina non funzionava quando entrai negli ospedali e mi accorsi che le relazioni con i vivi sono condotte con la stessa indifferenza che si ha verso i morti. E scoprii che la nostra medicina è un intervento sull’oggetto da accomodare. [...]

 Appare bizzarro, ed è terribile e disumano che, nel momento in cui una persona sta soffrendo, non ci sia il minimo interesse umano per quanto prova. È un modo che facilita la morte, un modo accettato passivamente da tutti, come se fosse naturale. L’ospedale così com’è oggi non risponde assolutamente alle necessità dei cittadini; è un luogo dove si va per essere riparati come degli oggetti, o dove si va a morire senza che nessuno prenda in considerazione il fatto che non siamo degli oggetti, bensì persone.(Giorgio Antonucci)

continua

COMUNICATO STAMPA: PROCESSO APPELLO MASTROGIOVANNI

Salerno, 7 novembre 2014
Si è svolta oggi, a Salerno, la prima udienza “filtro” che ha stabilito la calendarizzazione delle udienze del processo avanti la corte di appello per la morte del maestro  Francesco Mastrogiovanni.

I familiari, le associazioni presenti, costituite parti civili, e i relativi difensori hanno ribadito la loro ferma volontà di ottenere piena giustizia in relazione alle gravi responsabilità per la morte di Franco, affinché il processo di appello non si trasformi in un altro caso Cucchi senza colpevoli.

Le schiaccianti e incontrovertibili prove sono, infatti, rappresentate dalle video registrazioni del circuito interno di sorveglianza del lager psichiatrico di Vallo della Lucania, che documentano l’atroce morte di un paziente affidato al sistema sanitario nazionale e, invece, fatto oggetto di vere e proprie torture e trattamenti inumani, lasciato legato mani e piedi, senza acqua né cibo per ben quattro giorni consecutivi, sin oltre alla morte.

Per far sì che la tragica “annunciata” morte di Stato di Francesco Mastrogiovanni non si ripeta più, i familiari e le associazioni presenti richiedono alle autorità competenti ( Stato, Regioni, Aziende Sanitarie):

1)      che la contenzione sia considerata finalmente illegittima;

2)       che in ogni reparto psichiatrico siano installati impianti di sorveglianza, i cui video siano conservati per un minimo di cinque anni;

3)      che sia garantito ai familiari e alle associazioni  l’accesso in ogni momento ai reparti;

4)       che i pazienti siano trattati nel rispetto della propria dignità personale conservando i propri abiti civili e gli effetti personali;

5)      che i pazienti siano posti nelle condizioni di poter comunicare con l’esterno, sia attraverso i personali telefoni cellulari che con i telefoni di reparto;

6)      che sia riconosciuto il diritto del paziente alla propria difesa e immediata opposizione al TSO, anche  attraverso l’intervento di familiari, associazioni o legali di fiducia.

I familiari e  le associazioni presenti si sono impegnate, altresì, a formalizzare  un programma comune, che verrà divulgato alla stampa prossimamente, per seguire e monitorare il corretto svolgimento del processo, nonché sostenere il recepimento del reato di tortura nell’ordinamento statuale italiano, chiedendo anche apposita audizione alle commissioni competenti alle quali sarà consegnato il video della morte di Francesco Mastrogiovanni.

I Familiari di Francesco Mastrogiovanni –  Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni –

Telefono Viola- contro gli abusi e le violenze psichiatriche- Movimento per la Giustizia Robin Hood- Avvocati Senza Frontiere

 

Salerno, 7 novembre 2014

 

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