GIORGIO ANTONUCCI

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Cominciai a capire che la medicina non funzionava quando entrai negli ospedali e mi accorsi che le relazioni con i vivi sono condotte con la stessa indifferenza che si ha verso i morti. E scoprii che la nostra medicina è un intervento sull’oggetto da accomodare. [...]

 Appare bizzarro, ed è terribile e disumano che, nel momento in cui una persona sta soffrendo, non ci sia il minimo interesse umano per quanto prova. È un modo che facilita la morte, un modo accettato passivamente da tutti, come se fosse naturale. L’ospedale così com’è oggi non risponde assolutamente alle necessità dei cittadini; è un luogo dove si va per essere riparati come degli oggetti, o dove si va a morire senza che nessuno prenda in considerazione il fatto che non siamo degli oggetti, bensì persone.(Giorgio Antonucci)

continua

SCIOPERO DELLA FAME DELLA MADRE DI ANDREA VILLANI

Abbiamo appreso in mattinata, dall’avvocato Gioacchino Di Palma, che segue molti casi di violenze psichiatriche per il Telefono Viola, che la signora Mara Valdrè (madre dello sfortunato Andrea Villani, morto nel 2015, a 43 anni, dopo aver subito per una vita violenze psichiatriche per presunti comportamenti omosessuali), ha iniziato uno sciopero della fame e della sete, perché ha appreso della volontà di archiviare il caso.

La sconvolgente vicenda di Andrea appare con tutta evidenza uno dei moltissimi casi di vera e propria tortura perpetrata ai danni di vittime psichiatrizzate e diviene l’emblematico esempio del terrificante calvario che migliaia di persone, come Andrea, hanno attraversato e attraversano tuttora, risucchiati in una sorta di "buco nero" sul quale non si riesce a fare luce piena. 

Per la sua “esemplarità” riportiamo di seguito (e in breve) i fatti più salienti della sua tragica vicenda. 

Andrea Villani, nasce a Bologna nel 1973, ha un primo contatto con la psichiatria nel 1993, quando, ventenne viene portato in psichiatria perché sembra avere spunti di omosessualità. Da quel momento  non si libera più della psichiatria. Farmaci su farmaci e ricoveri in strutture socio sanitarie in cui di fatto è prigioniero (ma nelle quali non gli fanno nulla se non riempirlo di farmaci), si succedono incessantemente.

- Nel 2004 il suo primo tentativo di suicidio con i farmaci.

- Nel 2005 il secondo tentativo di suicidio: si butta dalla finestra e rimane paraplegico.

- Nel 2007 gli psichiatri continuano a somministrargli solo quantità considerevoli di psicofarmaci, lasciando a lui la gestione del "RIVOTRIL" (tanto non fa niente), Andrea ne abusa e va in coma. Quando esce dal coma lo mandano a casa, sempre con somministrazione di psicofarmaci, ma il dottore cui è affidato, in realtà,  lo va a visitare tre volte in circa due anni finché, dietro insistenza del ragazzo, nel settembre del 2012, gli toglie tutti i farmaci, senza alcun intervento di supporto.

- Nel gennaio del 2013 Andrea sta, ovviamente, molto male e gli praticano un TSO "DOMICILIARE" (pratica normativamente inesistente), sotto la responsabilità della mamma. Il ragazzo viene, così, di fatto lasciato solo con la madre a gestire tutta la vicenda e nonostante le continue richieste circa l'esigenza di fargli controlli anche di natura organica, gli psichiatri continuano a dargli soltanto psicofarmaci, ma non gli viene fatto alcun esame e somministrata nessuna terapia per tutti i suoi problemi cardiologici, di respirazione, etc. etc.

- Nel 2015 muore a casa sua di "morte improvvisa",  per arresto cardiologico. 

La madre imputa tale morte al fatto che non si è mai dato seguito alle sue continue richieste di valutazioni sul piano organico, in quanto gli psichiatri si limitavano a dargli dosi da cavallo di psicofarmaci.

Sul caso pende un processo penale che già una volta, a fronte di una richiesta di archiviazione, siamo riusciti a bloccare. Ora siamo al secondo tentativo di archiviazione e si sta aspettando la fissazione dell'udienza davanti al Giudice per le indagini preliminari (GIP).

La presidente del Telefono Viola, Anna Grazia Stammati, in un colloquio privato con la signora Valdrè, le ha chiesto di sospendere lo sciopero della fame e della sete, per non compromettere le sue condizioni di salute e non solo si è dichiarata vicina alla madre di Andrea, per le enormi sofferenze patite da lei e dallo sfortunato giovane, ma le ha promesso che l’associazione farà di tutto per opporsi a qualunque tentativo di archiviazione del caso.

Tale provvedimento, proprio alle soglie dei quarant’anni dalla Legge Basaglia, non potrebbe che apparire, infatti, come la manifesta volontà di mettere a tacere la verità sulle pratiche con le quali la psichiatria interviene sui casi di disagio “psichiatrizzato” attraverso vere e proprie torture legalizzate.

A tal fine, il Telefono Viola ha dato mandato alle sedi dell’Emilia di portare la propria solidarietà alla signora Valdrè e di adoperarsi, anche a livello territoriale, per dare il massimo della rilevanza ad un altro dei tragici casi determinati da quel potere psichiatrico che, ancora oggi, cerca di porre sotto il proprio controllo ogni forma di identità e di individualità.

Anna Grazia Stammati

( Presidente Telefono Viola)

Roma, 16 ottobre 2017

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